VITTORIE IMPORTANTI
La storica e importantissima vittoria
dell’Inter in casa del Chelsea, che ha aperto ai nerazzurri le porte dei
quarti di finale della Champions League, porta a riflettere sul valore
di certe vittorie.
Nel costruire una vittoria di una
competizione sportiva, analizzando tutte le singole partite, osserviamo
subito che la vittoria decisiva è quella conseguita nella partita
finale. Ma siamo sicuri che sia quella la vittoria più importante? Che
ha dato quella svolta decisiva per conquistare il titolo?
Quasi sempre, la singola vittoria più
importante, quella che ha dato la svolta, non è la finale. E in molti
casi, ci si accorge di ciò solo molto tempo dopo. Secondo molti
osservatori, il Napoli che vinse il primo scudetto nel 1987 e la Coppa
Uefa nel 1989, tesse tali vittorie in due punti specifici: la vittoria
in casa della Juventus per 3-1 nel primo caso. Nel secondo caso, la
vittoria per 2-0 nella semifinale di andata di Coppa Uefa contro il
Bayer Monaco, riempì il cuore dei tifosi della certezza che, superato
quell’ostacolo, nulla poteva fermare lo squadrone guidato da Maratona e
compagni (il Bayer Monaco era forse la squadra più forte in Europa quel
periodo).
Tutte le altre partite, pur importanti, sono state di
“contorno”. Agli Europei di pallavolo maschile del 2005, la partita
della svolta fu la semifinale Italia-Serbia Montenegro. Passarono gli
azzurri allenati da Montali. Dopo il trionfo in finale, battendo la
Russia, il clan azzurro si rese conto di “aver vinto” il torneo dopo
aver superato le semifinali. La svolta decisiva del Milan vittorioso in Champion League nella stagione 2006/2007, ci fu nella semifinale di
ritorno contro il Manchester United. I rossoneri recuperarono il 3-2
dell’andata con un netto 3-0.
Quindi, è importante che durante una
competizione, ci sia quella svolta che poi inonda l’ambiente di un
rinnovato spirito di fiducia. E una vera convinzione dei propri mezzi. E
questa svolta si riscontra certamente in una partita, contro un
fortissimo avversario o in una difficile situazione.
In una costruzione c’è sempre la colonna
portante. Quella che, più di tutte, mantiene l’edificio in piedi.
Come detto, ci si accorge di questo tempo
dopo. A mente fredda, si analizza la competizione appena vinta
soffermandosi su tutte le fasi della “costruzione” della vittoria.
C’è da dire che non sempre c’è una visione
uniforme. In alcuni casi, c’è un giudizio discorde. Proprio come dopo il
già citato scudetto vinto dal Napoli. Mentre tifosi e gran parte degli
osservatori individuarono nella vittoria dei partenopei sulla Juve la
conferma che quel campionato poteva esser vinto dagli azzurri,
un’autorevole voce fuori dal coro dissentì. Proprio l’allenatore Ottavio
Bianchi, fu convinto che la partita della svolta fu Atalanta-Napoli,
vinta per uno a zero. Quella partita, secondo lo stesso Bianchi,
convinse a lui e a tutta la squadra che lo scudetto poteva essere una
concretissima realtà.
Tutto questo ci ricorda un’altra regola non
scritta nello sport. Se non avviene quella svolta decisiva, quel
qualcosa che possa cambiare il destino, la vittoria finale resta solo
una chimera.
Questo va detto anche per le “grandi
sconfitte”. Nei casi in cui una competizione è stata dominata e poi è
avvenuta una prepotente rimonta dell’avversario.
In tale svolta che avviene in una singola
partita, nel bene e nel male, si concentrano tutti i fattori agonistici,
ambientali, di condizioni fisiche dei singoli atleti e di altri fattori.
L’Inter ha vinto contro il Chelsea in Coppa
Campioni. Potrebbe essere un segno di un’eventuale vittoria finale?
Luca Antonio Rendola
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