LA VITA FRENETICA DI OGGI ED I
TRATTAMENTI ESTETICI
di Paola Rabai
C’era una
volta l’esigenza di estirpare i peli, di mettere lo smalto e di
contrastare la cellulite. C’era una volta, quindi, una normale cliente
che si recava in un ordinario negozio dove lavorava una comune estetista
che soddisfava queste esigenze. Una volta epilata, con la manicure
impeccabile o con qualche centimetro in meno sui fianchi la cliente
lasciava il negozietto felice e contenta. E l’estetista era contenta di
aver svolto in modo efficiente il proprio lavoro.
I tempi sono
cambiati e con essi sono cambiate le esigenze. Di conseguenza sono
cambiate le clienti, ma anche i negozi e le estetiste.
La società è
sempre più indaffarata e la vita sempre più frenetica. Si vive di corsa,
facendo cose su cose e pensando contemporaneamente ad altrettante cose
che si dovranno fare poco più tardi. Non si godono più i sorrisi dei
figli nel portarli a scuola (quando non vengono dimenticati in auto),
non si percepiscono più i freschi profumi della primavera o i caldi
colori autunnali, non si chiacchiera più in metropolitana perché si ha
il naso puntato verso il quotidiano gratuito o si è completamente
estraniati dalla mp3. Si spera di non incontrare nessuno che “attacchi
bottone” perché in fondo quello sulla metro è l’unico momento della
giornata in cui si è costretti a star fermi e a non fare niente e ce lo
si vuole anche godere.
Durante la
giornata si svolgono a ruota compiti e incombenze di ogni genere, si
viene rimproverati dai capi e dai superiori perché non si è mai
abbastanza veloci e ci si sfoga non appena possibile con chiunque sia un
gradino sotto di noi. In palestra ci si va fugacemente mentre si addenta
una mela e poi si deve correre a fare la spesa e a sentire il
telegiornale per avere la conferma che alla fine c’è anche chi sta
peggio.
Si, molti di voi staranno pensando che questo è un quadro un po’
caricaturale, ma altrettanti ci si riconosceranno in pieno.
In questi
ultimi anni si è aggiunta la stra-maledetta crisi che ha messo in
ginocchio la maggior parte degli italiani medi. Disoccupazione,
riduzione delle ore lavorative, aumento dell’IVA, IMU, stipendi
inadeguati al costo della vita, ingiustizie. Sempre più sconforto,
rabbia e individualismo e sempre meno solidarietà e comunicatività.
Ed ecco che
nella frenesia di tutti questi tormenti si inizia a sentire una nuova
esigenza: quella di mettere al centro del mondo proprio se stessi!
Perché non dedicarsi un momento tutto per sé?
In fondo
questo è il mondo del bello, del perfetto, del giovane, dei denti
splendenti, della taglia 40, delle unghie squadrate e decorate e delle
extentions. In fondo questo è il mondo del finto.
Ma cos’è che
spinge una casalinga col marito in cassa integrazione a farsi
ricostruire le unghie come una soubrette o la donna sovrappeso che
lavora part-time con contratto a progetto a cercare un finanziamento per
un pacchetto snellente?
Pensate che
sia davvero solo la voglia di apparire diversi da come si è normalmente?
Pensate che sia solo il desiderio di assomigliare alle star televisive o
agli opinionisti che escono dal Grande Fratello? Pensate davvero
che ormai la gente non sia più in grado di accettare la propria immagine
e sia pronta a tutto per trasformarla nonostante non abbia i mezzi
economici per farlo? Beh, io non ne sono convinta.
Certo, non
sottovaluto la componente narcisista, ma la molla che scatta, dapprima
come un flebile consiglio e poi come un grido di vendetta, è certamente
dettato da un’esigenza più recondita e più rilevante: anche io valgo!
Anche io esisto e sono importante!
Ma soprattutto: anche io ho bisogno!
Il
bisogno: ecco cosa principalmente è cambiato. È diverso ciò che
cercano le clienti che si recano al negozio dell’estetista. Anche
quello è cambiato: ora infatti si chiama centro benessere.
Chiunque entri lì dentro non cerca un’ attività commerciale dove si
eseguano trattamenti estetici, bensì è alla ricerca di un vero e proprio
rifugio dal mondo esterno, un piccolo paradiso terreno, un angolo di
felicità, seppur effimera.
Il centro
benessere è intriso di essenze aromatiche che vengono diffuse da
bastoncini di bamboo colorato e avvolgono le clienti portandole in
luoghi lontani; ha luci soffuse e calde che rilassano gli occhi abituati
alla freddura dei neon; ha poltrone e cuscinoni accoglienti per l’attesa
e un menù ricco di trattamenti invitanti per lo spirito. L’estetista non
è più una semplice operatrice, ma è diventata l’angelo del paradiso;
colei che per un’ora si prende cura di te, ti coccola e ti gratifica.
Ti accoglie
con un sorriso ammagliante, Ti offre una tisana calda ai frutti rossi e
scambia due chiacchiere per poi consigliarti il trattamento più
adeguato: perché lei ha la giusta preparazione per capire cosa ti serve
in quel momento. Questo è il punto: lei ti ascolta, è interessata a
te e a ciò di cui tu hai bisogno; lei vuole che tu stia bene, ti
rende felice, ti rilassa, ti tocca!
Già… in
tutta questa frenesia odierna nessuno si tocca più! Forse arriveremo al
punto di non darci neanche più la mano per salutarci. Nessuno si dà più
una pacca sulla spalla, troppo confidenziale. Ognuno è un corpo a sé
stante e guai a chi lo tocca! Solo Lei può farlo. Lei ti fa
addirittura spogliare e ti fa stendere su un lettino, inerme,
completamente nelle sue mani.
Quando
inizia a toccarti comincia il viaggio. Qualunque cosa lei ti faccia,
anche una pulizia del viso, diventa una coccola raffinata, che riesce a
soddisfare tutti i sensi. I trattamenti olistici sono ormai una realtà
consolidata: sono un tocco magico ricco di sensazioni che spaziano dal
tatto all’olfatto, al gusto, al benessere totale. Massaggi al
cioccolato, sfioramenti rilassanti, oli essenziali, aromaterapia,
candele profumate, tecnologie sempre più sofisticate. Tutto a tua
disposizione.
Quando si
esce dal centro benessere si è diversi, in qualche modo migliori. La
rabbia si è attenuata, la mente si è liberata, le tensioni fisiche si
sono sciolte. Si ha voglia di sorridere, si possiede un’energia nuova e
inaspettata.
E si sente il desiderio di tornarci al più presto per
ritrovare quell’angelo che riesce a farti vivere un’altra dimensione:
che in fondo non sarebbe altro che la giusta dimensione umana, se l’uomo
non fosse diventato tanto alieno.
Paola Rabai |