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Nutraceutica: quando il cibo fa bene
alla salute
La condizione fisica ottimale si raggiunge a tavola. O, per meglio dire,
in cucina. Questo, in estrema sintesi, il risultato di un’articolata
ricerca scientifica portata a termine, non molto tempo fa, da un’equipe
di nutrizionisti del Comitato scientifico dell’International Hormone
Society e della World Society of Antiaging Medicine, che ha fatto
emergere alcuni aspetti
sospendenti: esistono numerosi alimenti che, in aggiunta ai valori
nutrizionali di base, contengono sostanze in grado di recare benefici
fisiologici, anche a livello preventivo e terapeutico, a chiunque li
consumi.
Ma quali sono questi alimenti, e soprattutto quali le dosi necessarie e
i benefici che si possono concretamente ottenere? Non esiste, allo
stato, alcun elenco ufficiale dei cibi nutraceutici, anche perché la
questione è tuttora alquanto dibattuta negli ambienti
medico-scientifici. Si può comunque affermare che sono tutte sostanze di
uso comune, come tali facilmente reperibili, e che in aggiunta sono
altamente digeribili e ipoallergeniche.
Frutta e verdura la fanno da padroni, ma vi sono anche alcuni tipi di
latticini, specialmente quelli «arricchiti» con determinate sostanze
aggiuntive, come numerosi principi attivi di origine vegetale. E i
vantaggi? Agiscono fondamentalmente sul sistema cardiocircolatorio,
sull’apparato osseo e sulla flora intestinale, garantendo una vita più
lunga e qualitativamente più apprezzabile.
Il termine «nutraceutico» fu coniato nel 1990 dal Dott. Stephen L. De
Felice, nutrizionista e biochimico statunitense fondatore della FIM (Foundation
for Innovation in Medicine), che arrivò alla definizione unendo le due
parole «nutrimento» e «farmaceutico».
Da quel momento l’espressione è stata utilizzata per indicare tutte quelle
sostanze commestibili che si collocano al limite tra gli alimenti e i
farmaci. E anche se qualcuno dice che si tratti fondamentalmente di
un’operazione commerciale il pubblico sta reagendo positivamente alla
notizia: lo dimostra il fatto che le vendite di certi alimenti hanno
registrato negli ultimi tempi un considerevole incremento su scala
nazionale.
Eleonora Alessio
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