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Nei giardini che nessuno sa

 

Ci sono dei problemi che anche parlandone, non sono mai chiari. Ognuno di noi vive i suoi problemi in maniera diversa. Per ognuno di noi, ogni problema, può avere una diversa causa.

Una delusione d’amore, problemi in famiglia, problemi a socializzare con i coetanei o semplicemente pensieri che si scatenano nella mente portando soprattutto le ragazze, nell’età dell’adolescenza, nei giardini che nessuno sa.

Ho scelto questo titolo perché non poteva essere più giusto parlando di anoressia.

Milioni di ragazze al mondo, cadono in questi abissi sconcertanti che sono realmente ‘giardini’ (perché, per chi ci cade, l’anoressia può essere anche un rifugio o una finta amica invisibile.), ‘che nessuno sa’ (perché nessuno può realmente sapere la verità che si nasconde dentro quei giardini, quali pensieri e quali convinzioni li costruiscono ).

In genere vengono colpite da questo problema ragazze in pre o post-pubertà, per motivi ben precisi o semplicemente perché nella loro vita c’è stato un avvenimento che ha colpito più o meno fortemente il loro percorso di crescita.

La depressione può essere un avvio per l’anoressia ma anche una delle conseguenze.

La paura di ingrassare è forte, e la voglia di diventare un’altra persona può annientare queste ragazze. I mass media, giocano spesso a favore dell’anoressia, anche se oggi giorno molte cose stanno cambiando.

Improvvisamente nella testa scatta un meccanismo che porta a evitare di mangiare quando si sente lo stimolo della fame, sentirsi in colpa o a disagio se si pensa al cibo o se si mangia qualcosa in più del dovuto. Poi si tramuta nel sentirsi in colpa persino per aver consumato un pasto normale e utile al nostro fabbisogno giornaliero. Inizialmente il nostro cervello non accetta il cibo, dopo neanche lo stomaco lo accetta. Si finisce per vomitare volutamente oppure per avere uno stimolo spontaneo.

 

Il segreto tra te e il bagno diventa stretto. Lo specchio e la bilancia non sono più tuoi amici fino a che non cominci a vedere che si vedono i risultati. E da lì sei amica dell’anoressia, non più di te stessa. E da lì ti senti il mondo in mano, ti senti che ce la puoi fare e puoi vincere. L’illusione che ti circonda diventa quasi indescrivibile. Oltre che risentimenti a livello psichico e ormonale, cominciano a risentirne la pelle e i suoi annessi, e le occhiaie si fanno più marcate.

Quando qualcuno comincia ad accorgersi del problema che hai, non vuoi definirlo un problema perché la vedi la cosa migliore per te e finisci

per voler allontanare chi ti vuole bene, non capendo perché voglia aiutarti se non hai alcun problema. In quel momento non riesci a vedere il bisogno che hai di quell’aiuto, ma vedi solo che quel qualcuno sta cercando di tirarti fuori dal tuo giardino.

Fino a che arriva il giorno che il meccanismo è talmente automatico, che quando ti svegli, accorgendoti che è un problema, la tua amica anoressia diventa, in uno schiocco di dita, la tua nemica.

Allora il tuo specchio si rischiara immediatamente facendoti vedere ciò che sei veramente: troppo magra.

In quei momenti si decide di farsi aiutare da psicologi e dietisti. E si comincia di nuovo a vedere la luce ed è come se in quel giardino, l’edera aprisse un varco per farti uscire.

Io non sono un medico e non sono forse la persona più adatta per dare consigli. Ma anche io avevo uno di quei giardini, e anche io non mi ero resa conto che fosse una prigione. La persona che ha aperto il varco nell’edera è stata mia madre. Il mio consiglio è di affidarvi all’aiuto dei genitori o di coloro che vi sono vicini e loro sapranno come aiutarvi ad uscire da questo problema prima che sia troppo tardi.

Purtroppo, leggendo varie storie su internet e addirittura guardando video su YouTube, ho visto che le ragazze colpite da questo problema sono tante. Così come sono tante quelle che se ne rendono conto al momento giusto, come me, ma sono tante anche quelle che non se ne accorgono in tempo e vengono ricoverate.

Altre che ci mettono anni per uscirne, altre che non ci riescono e altre che pur essendo state curate e, avendo ripreso un peso normale, continuano a pensare che quel giardino era un posto in cui tornerebbero e lo hanno impresso dentro di sé.

L’unica cosa che si può dire è che non si può generalizzare e, ognuna di queste ragazze, ha bisogno di qualcosa di diverso per uscirne. Voi ragazze che ne siete uscite date sempre un occhio alle ragazze intorno a voi, sapete quanto è brutto e sapete quanto sia difficile accorgersene da sole. Quindi sapendo cosa vuol dire cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà prima che comprometta la propria salute.

E se a volte vi capita che quel giardino riapra un varco per farvi entrare, lasciate che si richiuda e non lasciatevi illudere dalla luce di bellezza che emana. Ognuna di noi ha un piccolo difetto che chiunque può amare, comprese voi stesse, senza dovervi necessariamente rinchiudere in un posto da dove è difficile uscire.

 

Susanna Soliman


 

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