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L’alimentazione
Alimentazione, parola che colleghiamo, quasi automaticamente, con
un’altra: cibo, termine così semplice, che racchiude, alla fine, un
universo, una miriade di parole per spiegarlo, rappresentarlo,viverlo.
L’alimentazione e, con essa, il cibo, rappresentano elementi importanti
e vitali per la nostra esistenza: da quando l’essere umano è comparso
sulla Terra, il cibo e la ricerca di esso, è diventato uno dei perni su
cui ruota la nostra vita; si potrebbe dire che l’esigenza di nutrirsi,
di alimentarsi
ed, a tal
fine, il procurarsi il cibo, sia sorta, contemporaneamente, con il
presentarsi dell’essere vivente ( uomini ed animali ).
Caccia e
pesca sono stati i primi strumenti che hanno permesso all’uomo di
sostenersi, di evolversi.
Il cibo,
poi, ha scandito il succedersi delle varie epoche storiche: ad esempio,
la sua quantità disponibile, rispecchiava la reale situazione economica
e sociale, in un dato periodo, di intere Nazioni, famiglie, classi
sociali.
Inoltre,
attorno al cibo ed alla sua assunzione, si scandiscono le fasi della
nostra giornata: l’ora della colazione, del pranzo e della cena e, per
chi vuole, dello spuntino e della merenda.
Le festività
sono connotate da pietanze ben precise, magari, tramandate nel tempo: a
Pasqua l’agnello, a Natale il tacchino, per non parlare delle varie
sottodistinzioni, poi, che si hanno a seconda delle varie regioni
italiane.
Ogni
Nazione, poi, ha una propria specialità culinaria, un proprio “ modus
operandi “ nei pasti quotidiani, nelle ricorrenze solenni, nelle diverse
abitudini alimentari individuali.
E c’è da
perdersi tra colazione all’inglese, all’italiana, all’internazionale, il
lunch, il brunch!
Anche le
varie religioni seguono un proprio dettame alimentare: l’ebraica
utilizza l’azzima ( pane non lievitato ); la musulmana, che in un
periodo del proprio calendario ( il nono mese ), osserva il ramadan,
cioè, il digiuno assoluto dall’alba al tramonto; la cristiana che, nel
periodo quaresimale, “ consiglia “ di astenersi dall’assunzione di carne
fino al giorno di Pasqua; ecc.
Spesso, il
cibo rappresenta una pausa, uno “ spacco “ nell’orario lavorativo,
oppure, un momento conviviale ( una pizza tra amici, una cena importante
), un momento di festa, come, ad esempio, i pranzi domenicali.
Addirittura,
esistono detti popolari che alludono al cibo: “ rendere pan per focaccia
“, “ buono come il pane”, “ per conquistare un uomo lo si prende per la
gola “…
Poi, ci si
pone la questione: quanto mangiare, quanto cibo assumere, poco, molto…Ad
esempio, recenti studi di statistica sul tema dell’alimentazione,
affermano che, in Italia, esiste un ‘alta percentuale di bambini obesi:
infatti, il nostro Paese, compare al 29° posto nella classifica degli
Stati più “ corretti “ nella nutrizione ( al 1° c’è la Cina ).
Indubbiamente, è un dato spiazzante ed allarmante, considerando che, la
nostra cucina, la nostra alimentazione, spesso, sono state prese a
modello ( specie la mediterranea ) da altri Paesi, anche molto lontani
da noi, tra i quali l’ America.
E’ stato
constatato che, tra bambini ed adolescenti, c’è un abuso alimentare e
distribuito male nell’arco della giornata e, spesso, con prodotti di
scarsa qualità: patatine fritte, hamburger, merendine pre-confezionate,
bibite gassate. Sicuramente, non si vuole fare una politica di
demonizzazione o di terrorismo mediatico per detti prodotti, ma,
sicuramente, sarebbe meglio non eccedere con tali alimenti e
cercare di non renderli come cibo esclusivo delle proprie abitudini
alimentari.
C’è da dire
che, spesso, molti genitori, come espediente alle loro lacune educative,
vuoi per impegni lavorativi, vuoi per comoda accondiscendenza, propinano
ai propri ragazzi cibi più veloci, allettanti, attrattivi ma, di sicuro,
poco salutari e sani per una crescita armoniosa ed equilibrata.
Poi, c’è
l’altra faccia della medaglia, più dolorosa, secondo me: l’anoressia.
Quante volte
se n’è parlato, discusso, letto, vissuto, magari da vicino…è un tema
delicato, complesso,da non poter ridurre in due righe.
Si può
attribuire la colpa, diciamo così, di questa patologia, ai modelli
mediatici che vengono distorti e mal interpretati dalle più variegate
fasce di popolazione, spesso costituite da adolescenti.
Si pensa che
bisogna essere più magri possibile per essere ammirati, invidiati,
accettati; oppure, per chi pratica l’astensione dal cibo, può
rappresentare un modo, forse, inconscio, di esprimere un proprio
disagio: è come un urlo soffocato per chiedere più considerazione, più
ascolto, più attenzione.
Segnali, messaggi non sempre captati e
interpretati a dovere, sottovalutati, con conseguenze, purtroppo, in più
casi, nefaste.
Da quanto
esposto si potrebbe, a mio parere, evincere, che il cibo è “ croce e
delizia “, ritmo ticchettante della nostra vita, tratto distintivo di
Paesi, regioni, religioni, causa scatenante di guerre e lotte,
conciliatore e motivatore per rimpatriate, scopo d’incontro per
famiglie, “ pretesto” per pause rifocillanti dal lavoro, valvola di
sfogo per ansia, rabbia, nervosismo, ma come lo si considera, lo si
utilizza, il cibo, l’alimentazione, saranno presenza costante nella
nostra vita.In fondo, come diceva il filosofo Ludwig Feuerbach “ noi
siamo ciò che mangiamo “ !
YVONNE D’IZZO
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